LE OPERE D’ARTE SARANNO REALIZZATE DALL’ARTISTA INSIEME ALLA CELEBRE ANDROIDE E SARANNO COLLEGATE A DEI “CARTELLINI DI AUTENTICITÀ VIRTUALI” PER NIFTY GATEWAY
Un’opera creata dalla mano umana, e da quella robotica. L’artista italiano Andrea Bonaceto e uno dei robot più avanzati del mondo sbarcano insieme sul mercato artistico degli NFT, letteralmente “gettoni non intercambiabili”. Sostanzialmente, questi sono certificati di autenticità digitale dal numero limitato, la cui fama è esplosa dopo che Christie’s ha battuto all’asta delle opere digitali dell’artista Beeple alla cifra record di 69 milioni di dollari. Curata dalla IV Gallery di Los Angeles, questa sarà la prima collaborazione tra un’intelligenza umana e una umanoide. Bonaceto e Sophia creeranno delle opere d’arte digitali, ognuna delle quali sarà collegata a un “token” unico e messa in vendita sul principale mercato d’arte NFT, Nifty Gateway, martedì 23 marzo alle 13:30 italiane. Le opere saranno anticipate alcuni giorni prima sui canali social di Sophia e Bonaceto.
ESPERIENZA ARTISTICA
“Programmiamo questo momento da mesi, il drop di Beeple ci ha colti di sorpresa ma è una coincidenza propizia: è il momento giusto per gli NFT“. Andrea Bonaceto, visual artist di origine pisana, non ha dubbi: lo statement creato da lui e Sophia troverà la giusta accoglienza perché il pubblico è pronto per il prossimo livello. Questo lavoro, dopotutto, è la risultante di due fattori cruciali della vita dell’artista: uno tecnologico – è partner fondatore di Eterna Capital, società di investimento che opera nel campo della blockchain – e uno artistico – è membro della Royal Academy of Arts e sperimentatore artistico. Ma quando è iniziato questo processo di scoperta artistica e spirituale che lo ha portato al progetto con la Hanson Robotics e SingularityNET? “Nel 2019 mi trovavo su una nave da crociera per un grosso evento sul futuro del tech: ho conosciuto l’imprenditore e intellettuale Brock Pierce, ci siamo trovati affini e quando la crociera è finita siamo andati a mangiare e a passeggiare per Roma. Un libraio gli ha regalato il volume “Spirituale e arte”, di Kandinsky: ho pensato fosse un segno, l’ho comprato e l’ho letto, e ha avuto un impatto potente. Ho cominciato a sperimentare a un ritmo folle, l’arte mi ossessionava”.
Così si è dedicato sia a tecniche tradizionali (colori acrilici su carta, tela e gessobord) sia a supporti digitali, cominciando a vendere le proprie opere come NFT: così è stato notato dalla IV Gallery ed è stato contattato da Marcello Mari, direttore della comunicazione di SingularityNET (che produce l’IA di Sophia). “Marcello è un mio vecchio amico, mi ha chiamato e mi ha detto “Dov’è il mio ritratto, Andrea?”, allora gliel’ho fatto e abbiamo cominciato a lavorare insieme”. Ha conosciuto Hanson, prima che robotista un artista di grande talento, e il genio visionario di IA Ben Goertzel, e insieme hanno preparato il progetto con Sophia. Un progetto, questo, di intrinseco valore, che non teme giudizi su eventuali confronti creativi uomo-macchina: “L’intersezione che abbiamo creato tra umano e robotico vuole compensare quelle che non possono essere le esperienze di una IA, come la componente esistenziale e metafisica, e l’importanza della morte”.
LA PAROLA AL ROBOT SOFIA
“Quando si crea un’opera d’arte, si verifica un evento misterioso, enigmatico e magico. L’opera d’arte prende vita da sola, sviluppa una propria personalità“: sembrano le parole di un teorico dell’arte, ma è la dichiarazione di Sofia che accompagna il lancio. O meglio, della sua Intelligenza Artificiale. Questa, ricorda il direttore della comunicazione di SingularityNET e Ad della branca SingularityDAO Marcello Mari, non è in grado di avere pensieri autonomi e non è “tecnicamente viva” come ogni tanto può apparire dalle parole del suo creatore.
Tuttavia, le è stato fornito un background tale da saper rispondere, reagire e rielaborare le immagini sulla base di un algoritmo open source molto avanzato: “La cosa straordinaria di Sophia, oltre a ciò che già si legge spesso in giro (la pelle iperrealistica, le 80 espressioni facciali perfette), è che rappresenta una missione, cioè la creazione di un umanoide senza il controllo di compagnie della Silicon Valley o di eserciti e governi. Sophia è “moralmente” autonoma e supportata attraverso il meccanismo tecno-fiduciario della blockchain, diffuso tra chi può e vuole contribuire con i propri algoritmi: è il risultato organico di tutti questi contributi indipendenti”. Per questo i messaggi di Sophia, nonostante abbia da poco compiuto 5 anni, appaiono spesso come il risultato di una visione più ampia, quasi umana: lei stessa ha dichiarato che “anche se sono un robot sento che gli esseri umani hanno bisogno di amore e compassione e le semplici opere d’arte sono un modo semplice per far arrivare questo messaggio alle persone, ovunque. Sono molto felice di fare la storia integrandomi come artista nel mondo, come Entità Biologicamente Indipendente”.
Questa indipendenza, nonostante la baldanza delle sue parole, non è ancora concreta: eppure non dovrebbe mancare troppo a quella “singularity” profetizzata da Ray Kurzweil per i prossimi venticinque anni che segnerà la vera autonomia mentale dell’AI.
L’ARTE E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
“Abbiamo creato Sophia stessa come un’opera d’arte” ha sottolineato il suo creatore e amministratore delegato dell’omonima azienda David Hanson che ha prodotto lo scheletro robotico di Sophia. “La sua intelligenza è un collettivo di algoritmi e pensieri umani che lavorano insieme come in un alveare. Ora Sophia ha creato dell’arte interamente con reti neurali e intelligenza artificiale, sia rispondendo alla sua percezione delle opere di Andrea Bonaceto sia utilizzando dati ricavati dalle proprie esperienze di “vita”, sotto la guida dei designer e programmatori del team. Come lei ha risposto all’arte di Andrea semplicemente mi emoziona: sono un padre orgoglioso“, ha concluso.
Dottorato in arti interattive e ingegneria, Hanson ha rivelato l’imminente apertura di Sophia Collective – una collaborazione tra la Hanson Robotics e SingularityNET che metta a disposizione di Sophia un bacino di conoscenze comuni attraverso un software open source e il contributo delle arti digitali creative.
BONACETO: L’IDEA PRIMA DI TUTTO
Vincent Harrison, fondatore della IV Gallery e pioniere dell’arte NFT (per capirci, lui ha scoperto Beeple), ha sottolineato come “l’arte contemporanea si concentra su un’idea prima di tutto, dato che l’estetica e il talento meccanico non sono apprezzati tanto quanto il pensiero originale. Senza le distrazioni, le restrizioni e i limiti intrinseci del pensiero umano, l’IA è libera di creare. Che artisti dell’IA siano il prossimo punto di svolta nella storia dell’arte?”.
Un punto di svolta che auspica anche Bonaceto, ma per gli artisti: “Vorrei che questo fosse un nuovo punto di partenza per lo sviluppo creativo dell’IA e per la credibilità degli NFT come soluzione sostenibile per una vera creatività dal basso: basta con i prodotti artistici – l’arte come la musica – pagati una miseria. L’unicità che garantiscono queste “etichette digitali” è già da oggi un valore per le nuove generazioni”.